Metodologie per la condivisione
Principi di progettazione partecipata
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Durata dell'unità didattica: 00:37:51
Sommario
In questa lezione:
Perché utilizzare la progettazione partecipata?
Perché non utilizzare la progettazione partecipata?
Che cos’è un processo partecipativo?
Quando utilizzare la progettazione partecipata?
Chi coinvolgere nel processo partecipativo?
Con quale figura professionale condurre la partecipazione?
Di che strumenti il facilitatore si avvale?
Quali tecniche utilizzare?
Obiettivo formativo:
Perché utilizzare la progettazione partecipata?
La rete è:
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Governance
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Perché utilizzare la progettazione partecipata?
Benefici:
+ conoscenza, competenze, esperienza, confronto
- conflitti, criticità
+ condivisione, partecipazione, fiducia
- passività, esclusione, controversie
+ corresponsabilità, consenso
Perché non utilizzare la progettazione partecipata?
La rete è un assortimento eterogeneo di persone con domande ed esigenze differenti, che devono essere conciliate.
“…ORA NON SI TORNA PIU’ INDIETRO!”
La partecipazione crea aspettative
non si devono usare queste tecniche se non si è in grado di gestire le aspettative
La partecipazione è la nuova tirannia?
Quando la partecipazione è inadeguata:
Che cos'è un processo partecipativo?
Progettazione che prevede la partecipazione di coloro che saranno i fruitori dell’oggetto o del luogo che si sta progettando.
Un processo partecipativo:
coinvolge tutti i portatori di interesse nella decisione finale che si vuole prendere
parte da un problema di cui si vogliono trovare soluzioni alternative
permette di studiare la complessità del fenomeno
coinvolge più attori, raccoglie idee e stimoli, riguarda diverse tematiche
ricerca il consenso che porterà alla decisione finale
richiede tempo ma il risultato finale sarà molto più condiviso
Livelli di partecipazione
Autovalutazione
Quando utilizzare la progettazione partecipata?
Chi coinvolgere nel processo partecipativo?
Cittadini o esperti?
Persone già coinvolte o nuovi stakeholders?
Solo diretti interessati o intera popolazione?
Attori omogenei o eterogenei?
Pochi o tanti?
Individui o organizzazioni?
Questioni da valutare nella scelta dei partecipanti
Come far partecipare tutti gli interessati?
Come garantire che siano rappresentativi del territorio e delle diverse opinioni?
Come gestire l'asimmetria informativa e di potere?
Come conciliare le varie competenze?
In quale orario?
Il primo passo è SEMPRE l’identificazione e l’analisi degli stakeholder!
Autovalutazione
Il facilitatore
ha il totale controllo della situazione, ed è in grado di gestire il processo dal suo inizio alla sua fine, dall'accoglienza dei partecipanti fino al riassunto in un report
è un professionista che
Presupposto:
L’osservatore/assistente
prende appunti sul linguaggio del corpo, sulle dinamiche dei partecipanti, identifica le reazioni, le criticità, i problemi, aiuta nell'interpretazione dei risultati e nella reportistica finale
Perché è importante:
Materiali e strumenti
Autovalutazione
Quali tecniche utilizzare?
La scelta dipende da:
Tipologie
A) Tecniche per l’ascolto
B) Tecniche per l’interazione costruttiva
C) Tecniche per gestire i conflitti
Queste tecniche verranno approfondite nelle lezioni successive
Autovalutazione
Approfondimenti
Pubblicazioni e documenti
Siti e altri riferimenti on-line
Riccardo Da Re
Dipartimento TESAF, Università di Padova
Assegnista di ricerca
Catie Burlando
Etifor, Spin off Università di Padova
Project Manager
Diego Gallo
Etifor, Spin off Università di Padova
Project Manager
Riferimenti e collaborazioni
Questa unità didattica è stata sviluppata all'interno del progetto formativo pilota realizzato dal Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2014-2020 (scheda progetto 25.1).
Responsabile scheda 25.1 - Il sistema della conoscenza e dell'innovazione per l'agroalimentare italiano
Referenti attività 2.1 - Strumenti conoscitivi e di formazione
La progettazione del percorso formativo è stata sviluppata in collaborazione con Veneto Agricoltura che ha pianificato le tematiche e strutturato le lezioni.
Il percorso formativo è stato sperimentato, prevalentemente in remoto, grazie alla partecipazione del gruppo pilota formato da tecnici selezionati dal Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF).